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di Rocca, donde riuscì ad evadere. Alcuni stipendiati di Trezzo fecero prigione il 16 di ottobre Luigi Barili e lo chiusero nel castello di Carvico. Il 21 dello stesso mese il presidio del nostro castello, a nome dei Colleoni, si impossessò della Canonica di Pontirolo e del campanile. La vigilia di Natale una grossa compagnia di Trezzo, a piedi e a cavallo andò a Levate, tolse quanto potè avere e appiccò il fuoco al villaggio, ma non potè offendere quelli che erano nel castello. Alcuni abitatori del Castello di Trezzo fecero il 27 una scorreria sul territorio di Madone, e presero i tre nipoti abiatici del fu signor Salvino di S. Gallo, che rinchiusero nel castello1. Sul finire del mese poi i Guelfi che dimoravano nel Castello di Trezzo ebbero in potere anche la torre di Chignolo. Un gran numero di armigeri equestri e pedestri (7 di genajo, 1406) si accostarono a Comasco e, feriti parecchi abitanti e spogliatili, deposero il bottino nel Castello di Trezzo.
Mentre Barnabò, figlio del milite Suardini de’ Foresti (14 di febrajo), con cinque suoi compagni di ritorno da Milano a Bergamo, s’accostava a Trezzo, s’abbattè in sette stipendiarii a cavallo i quali dissero loro: «Voi siete prigionieri.» — A tale intimazione Barnabò e i soci risposero che erano muniti di un salvo-condutto dei Colleoni di
- ↑ Lo stesso fecero il 10 d’aprile dell’anno successivo con Graziolo Salvino di S. Gallo; e ad un facchino di Monastirolo, abitante a Madone, tagliarono una mano, e poi lo lasciarono andare colla mano nel seno.