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Barnabò, seriamente occupato del pensiero di rendere forti i confini del suo dominio, fece erigere varii castelli in città, e fuori, cioè a Senago, Desio, Pandino, Melegnano e a Cusago, nei quali due ultimi luoghi soleva recarsi a villeggiare. A cotesti disegni del principe rispondeva troppo bene anche la vecchia rôcca di Trezzo per la strategica ed amena sua posizione in vicinanza alle selve del Brembo. Barnabò diede quindi incarico (a. 1370) ai più abili artieri lombardi di riedificarla più ampia ed imponente di prima, ordinando in pari tempo di formare un ponte sull’Adda, che venne gettato con un sol arco, e munito a ciascuno dei lati di una torre. Questo gigantesco lavoro che costò un’enorme somma, fu condutto a compimento, giusta il Corio, in sette anni e tre mesi1.

  1. Veggasi un sindacato della parrochia di S. a Grata inter vites in Bergamo del 6 di marzo del 1371. Il podestà aveva ingiunto ai consoli di essa di portare all’officio del cambio di Tomaso di Grumello sette fiorini e mezzo d’oro (impostile in un riparto fatto dagli anziani del Commune), da spedirsi a Trezzo causa et occasione laborerii fiendi de novo in castro Trizii. Fu perciò ordinato di prendere a censo detta somma al miglior patto possibile, purchè l’interesse non sorpassasse denari dodici imperiali al mese per ogni fiorino. Valendo allora il fiorino soldi 32, si sarebbero pagati soldi 12 per ogni fiorino in ciascun anno, interesse che vedesi rinovato nei primordi del presente secolo. Il 10 d’aprile fu imposta a quella parrochia altra taglia di fiorini ventidue e mezzo per il medesimo castello qui tangunt dictæ viciniæ de talea nuper fienda occasione laborerii fienài in castro Tricii. Similmente il 16 di maggio vennero pagati dalla stessa lire dodici pro laborerio seu spazzatura castri de Trizio. Negli atti di Pietro Guarisco Pannizoli eleggesi un sindaco che a