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ingiungendo che si allontanassero dal borgo di Trezzo1. Questi infatti passarono l’Adda, recandosi a Treviglio, a Casirate e ad altre terre circostanti.

Capitolo IV.

Signoria de Visconti; Ottone e Matteo — Azzone, Luchino e Giovanni — Prigionia e morte di Barnabò nel Castello.


La prepotenza di Matteo Visconti indusse Lodi e Crema a staccarsi da lui, e a richiamare i Torriani. Matteo, visto il nembo che gli minacciava la ruina, accorse col suo esercito a Melegnano (1 di settembre del 1294), indi, passata la Muzza, entrò sulle terre de’ Lodigiani, e vi fece senza ostacoli un ricco bottino. Quelli alla loro volta, credettero (il 25 detto) di ottenere la rivincita con una scorreria nel Milanese Ano a Pantelliate, ma l’esito fu ben diverso dall’aspettato, perchè dopo i primi scontri dovettero fuggire in disordine, lasciando in mano de’ Milanesi duecento prigionieri, fra cui Imberale della Torre, due figli di Uberto da Ozeno e Lupo Porenzone; alcuni de’ quali furono posti nelle carceri di Trezzo, ed altri in quelle di Stezzano. Ottone frattanto aveva spedito rinforzi al castello di Cassano spettante alla mensa arcivescovile, per difenderlo contro li altri nemici de’ Milanesi.

  1. Il Corio dice invece, male apponendosi, di Brivio.