Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/27


21

nacciava di rinnovare in Italia i disastri dell’Enobarbo, composti li interni dissidii, giurarono di nuovo i capitoli della lega Lombarda. Le milizie poste a custodia del Castello di Trezzo e una scelta truppa di giovani della Bazana furono fra le prime che nel 1239 investirono con felice successo, segnalandosi più di tutti i Bazaniti, la squadra dei Saraceni aggregata all’esercito imperiale.

Il Pontefice Innocenzo IV di ritorno da Lione, prese la via di Milano, dove, nel 1251, dimorò più di due mesi. Se ne partì circa la metà di settembre; riposò la notte nella canonica di Crescenzago, indi passò a Trezzo dove fu accolto festosamente dagli abitanti; attraversato il Bergamasco, proseguì il suo viaggio alla volta di Brescia.

Suscitatesi in Milano nuove discordie tra i patrizi e i plebei, i primi s’appigliarono all’orribile disegno di chiamare in loro soccorso Ezzelino da Romano, a cui volevano assuggettare anche la metropoli. Unitisi quindi al feroce signore di Padova, con lui passarono l’Adda a Vaprio il 17 di settembre del 1259, movendo difilato a Milano, Ma tornate vane ad Ezzelino le speranze di occuparla per sorpresa e i tentativi d’insignorirsi di Monza, si rivolse contro Trezzo, altro però non ottenendo a sfogo della sua vendetta che di incendiare alcuni casolari vicini al castello. Tuttavia, non sapendo egli risolversi ad abbandonare il Milanese, confidando sempre d’aver nuovi soccorsi dai capitani e valvassori, pose il quartiere a Vimercate,