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Ritorniamo ai fatti di guerra. Non andò molto che i Milanesi, unitisi alla meglio e raccolti quanti più strumenti bellici poterono, mossero di nuovo contro il nostro forte. Essi costrussero un valido castello di legno ed un ponte sull’Adda, e indi strinsero la rôcca di assedio per più di due mesi, cioè fino al 10 d’agosto del 1167, quando i loro replicati sforzi furono coronati da una completa vittoria. Allora i tedeschi difensori, saputo che Federico cui aveano spedito messi, non poteva soccorerli e che, se persistevano più oltre in una inutile resistenza, sarebbero caduti nelle mani dei Milanesi e passati per le armi, capitolarono a condizione di aver salva la vita. Rumo e li altri officiali furono tradutti a Milano e posti in carcere. Entrati i Milanesi e i Bergamaschi nel castello, lo spogliarono dei vasellami d’oro e d’argento e di tutte le ricchezze che lo stesso Federico aveva colà accumulate colle depredazioni, e poi lo minarono in gran parte, sebbene godesse fama di esser uno dei migliori di Lombardia. Ma più che la perdita del Castello di Trezzo afflisse Federico la notizia dell’alleanza dei Lodigiani coi Milanesi, e il timore di una lega ai suoi danni di tutte le città lombarde.