Pagina:Ferrario, Trezzo e il suo castello schizzo storico, 1867.djvu/22

16

cento militi capitanati da Corrado di Maze, e Rodegerio. Questi commandanti già nell’anno appresso avevano desto il malcontento de’ Milanesi coll’infestarne i possessi situati ne’ contorni dell’Adda saccheggiando, esigendo indebiti tributi, e usando violenze contro li abitatori sino alla pieve di Segrate.

Dichiarati i Milanesi ribelli all’impero, perchè si rifiutarono di ricevere il podestà loro assegnato, e volendo essi in qualche modo sfuggire alla disgrazia che li minacciava, si recarono tosto a Trezzo nell’intento non solo di riconquistare quell’importantissima posizione strategica, ma ancora per liberare que’ borghigiani dalle militari vessazioni. Perciò arrivati (13 d’aprile, 1159), circondarono strettamente la fortezza quadrata e tosto si diedero chi a scalar le mura, chi a percuoterla con bolcioni e cogli arieti, e chi a lanciarvi pietre e materie combustibili. Sorpresi ed atterriti gli imperiali da così inaspettato assalto, dopo tre giorni di continuo combattimento dovettero arrendersi. Tutti i militi tedeschi col loro commandante Rodegerio, caduti prigionieri, furono tradutti a Milano. Ma ciò non valse a intimorire Federico, il quale nel 1160 portò la desolazione e lo spavento a Pontirolo, donde, passato a Fara, conquistò anche quel castello. Nel maggio del 1162 i Milanesi dopo varie e disgraziate vicende assediati nella loro città, dovettero arrendersi a discrezione; cosicchè anche il Castello di Trezzo ricadde in potere di Federico il quale vi assegnò il conte Marcoaldo di Wenibac e Ruino, in-