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conoscevano le vie ed i ponti, mi reco agli alloggiamenti del duca di Carinzia, che nella parte superiore del fiume erasi impadronito di un luogo forte rimpetto al Castello di Trezzo, e così vi passai la notte come permetteva la circostanza. Il dì successivo poi (25) ch’era la festa di S. Giacomo, coll’accennato séguito, essendo salve tutte le nostre cose, passammo sicuramente il fiume pel ponte dell’imperatore, e così giungemmo alle tende del nostro re e del vescovo, dove apprendemmo essere naufragati molti, e tra questi Mladorca scudiere del nostro vescovo. Dopo questa battaglia seguì anche la presa dei Castello di Trezzo.1. Lasciatovi a guardia buona mano di Teutonici, l’imperatore fe’ erigere tre torri robuste: una delle quali sorgeva ancora a’ nostri giorni e si chiamava la Torre Nera. Egli, passato quindi a Monza, vi radunò a consiglio i signori della Brianza, di Lecco e delle terre vicine, proponendo loro di far causa commune con lui; poi ritornò a Trezzo, dove pose un presidio di

  1. Vincenzo da Praga, Ottone Morena, il Ragevino e Gottofredo da Viterbo concordano nel porre la spedizione contro il nostro castello dopo la narrata battaglia di Cassano e Gorgonzola; dal che si discostano i soli annali maggiori di Milano, secondo i quali cotal presa sarebbe invece anteriore. Intorno a questi fatti d’arme dell’imperatore giudicammo opportuno attenerci fedelmente al recente lavoro Sulla partecipazione dei Boemi alle lotte dell’Imperatore Federico I in Italia. (Bohmens Antheil an den Kämpfen Kaiser Friedrick I in Italien). Vol. 2, Gottingen, 1865, Munster, 1866, del dottor Fiorenzo Tourtual.) È opera accolta con ispiegato favore dai più accreditati fogli critici della Germania.