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scaricato di 200 lire annue. Il chirurgo similmente percepiva lire 500, ed 80 l’ostetrice. Medico, chirurgo ed ostetrice erano eletti dai feudatari in unione coi fabricieri, dipendenti però nell’esercizio delle rispettive professioni dai regolamenti della Facultà medica. Finalmente lire 1600 passavano alla Scuola dei Poveri, e insieme col reddito delle sustanze già ad essa appartenenti, servivano, sodisfatti i pesi, a pagare i medicinali per li ammalati ad uno speziale eletto dagli stessi fabricieri, e ciò mediante fede di povertà da esibirsi dagli infermi. Volendosi poi provedere questi ultimi anche di un vitto conveniente, il pio istituto accordava loro 14 once di carne e soldi due di pane di frumento ogni due giorni. A tal uopo il medesimo concedeva viglietti stampati, sottoscritti dal primo fabriciere e dal preposto o coadjutore, per un numero determinato di giorni, e si designava il macellajo ed il fornajo che dovevano ritirare i viglietti per ricevere poi il pagamento dai luogo pio. — Il restante del produtto si convertiva in elemosina, e in doti per li abitanti di Trezzo nella seguente misura. I viglietti d’elemosina dovevano essere di venti soldi ciascuno, e le doti di lire 80, fissandone il numero i fabricieri in fine d’anno in base agli avanzi del luogo pio. La distribuzione delle doti si faceva in una delle feste natalizie collegialmente dai fabricieri, e il cancelliere rogava Tatto dell’elezione delle zitelle. Quindici giorni prima della distribuzione si affigeva ogni anno un avviso con cui