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fama, o a’ poveri parimente di notoria moralità, o ad ammalati miserabili del luogo benevisi al surriferito erede e a’ suoi sostituiti. I Landriani però contraevano l’obligo di rendere conto annualmente al prevosto di Trezzo pro tempore di cotesta erogazione. Ciò si eseguì dall’amministratore, per lo meno fino a tutto ottobre del 1784, nel qual anno, secondo ordini imperiali, se ne rendeva conto anche ai reggenti communali, e al regio cancelliere.
Anche nel 1711 il sacerdote Domenico De Magistris con suo testamento 30 di marzo, rogato dal notajo Francesco Molgora, aumentò il fondo delle beneficenze, disponendo di alcuni beni stabili a favore di quel Luogo Pio. Il De Magistris legò inoltre, per dotare ogni anno quattro figlie del borgo (la cui scelta spettava ai successori del conte Ambrogio Cavenago), una rendita di annue lire 72.
Ma l’epoca in cui rifulse maggiormente la beneficenza privata verso il Commune, fu il 1768.
Morto nel genajo il sacerdote Agostino Nazari preposto del borgo1, con sua testamentaria disposizione del 25 di novembre del 1763, lasciava un’ingente sostanza per l’istituzione di varie cause pie. Se non che tale disposizione non poteva a quel tempo avere effetto nella forma designata dal testatore per le nuove determinazioni governative d’ammortizzazione. Fu perciò che la
- ↑ Il Nazari, da prima preposto di Canobio, era passato alla nostra prepositura nel 1723.