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se de’ poveri, fondati da principi, vescovi e privati, volgendo il secolo XII, erano per così dire diseminati in ogni paese della cristianità. Dagli ospitali sorti in Milano presero norma e simiglianza li altri stabiliti in diverse pievi della diocesi, e per ciò presumibilmente anche quell’uno che fin d’allora sussisteva in Trezzo1.

Di ben maggiore importanza pel nostro borgo fu la Scuola dei Poveri istituita, non sapiamo precisamente il quando, da un Pietro Grimaldi, e della quale in appresso certo Guglielmo Matavello avrebbe accresciuto la fondiaria. Affine per indole a questi istituti fu anche la Causa Pia Como. Essa trae il nome da un Francesco Como da Trezzo, il quale, con l’ultimo suo testamento dell’11 d’agosto, 1698, rogato dal notajo Giovanni Pietro Vandoni, nominò il proprio cognato Francesco Landriani in suo erede rispetto ai beni mobili; ma con parte degli stabili che giacevano nel territorio del nostro borgo, fondò una cappellania perpetua nella chiesa prepositurale per la celebrazione di una messa quotidiana (in aurora nei giorni feriali, e nei festivi dopo la parochiale), lasciando in perpetuo la nomina ai primogeniti della famiglia. Col resto poi ordinò che, tratenuta a vantaggio dell’erede e de’ suoi successori la decima parte della rendita, le altre nove si distribuissero dai medesimi suoi primogeniti a fanciulle nubili e di buona

  1. V. Dozio, Notizie di Vimercate e sua Pieve, pag, 21.