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modo che si ebbero 43 morti fino al giorno 31 d’agosto, epoca in cui scomparve affatto.

Il sig. Giuseppe Biffi offriva gratuitamente in que’ giorni una casa colonica attigua alla propria, nella contrada di s. Caterina, per il ricovero dei colerosi convalescenti. Il medico Giuseppe Cairoli, che molto si distinse nella cura di quei disgraziati, aveva fatto parte sotto Napoleone I del corpo dei Veliti, ed era stato decorato di medaglia. Nel 1849 Gaetano Ciocca, appena qui giunto da Bergamo, dove serpeggiava il fatal morbo, ne morì il 3 di settembre. Ma, fortunatamente, è l’unico caso che si conta in quell’anno.

Epoca ben più luttuosa per Trezzo fu il 1855, dal 21 di luglio ai 4 di settembre, nel qual tempo contaronsi 140 morti. Il chirurgo Antonio Cerasoli, tra li altri, con zelo instancabile ed alacrità prestava ai colerosi tutte le cure che l’arte medica può suggerire. Fu allora che, per tacere de’ communisti i quali gareggiavano anch’essi nella carità, il marchese Tiberio Crivelli cedette generosamente il proprio palazzo, affinchè fosse convertito in ospitale per li affetti del morbo.

Capitolo XV.

Chiese. — Beneficenze. — Scuole.

A porgere un’adequata idea dell’attuale importanza del nostro borgo, ai dati statistici presentati