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E qui troviamo opportuno di far parola anche dei varii progetti di ponti sull’Adda, non che della strada a rampe che mette al porto. Carlo Armand di Lione, che già da più anni soggiornava in Milano, porgeva un’istanza nel 1835 al Governo per la costruzione d’un ponte sospeso a filo di ferro nel medesimo luogo dove anticamente esisteva il ponte sull’Adda, di cui si vedono ancora le tracce vicino al castello di Trezzo. Chiedeva, inoltre in compenso della spesa da sostenersi a tutto suo carico, che gli venisse concessa per 60 anni la percezione dei pedaggi in base alla vigente tariffa di passaggio, che serviva per il porto delle barche. Ma, esaminato accuratamente il progetto, sebbene non fossero pochi i vantaggi che ne potevano scaturire per la più pronta communicazione con le terre bergamasche, tuttavia, prescindendo anche dalla rilevante spesa d’attuazione, non si potè a mono di riconoscere che sarebbersi con quello evidentemente lesi i diritti degli affittuarj del porto, senza corrispondere alle esigenze di un più largo commercio.

Allorchè trattavasi di eseguire per mezzo di una società una ferrovia da Monza a Bergamo, passando per Trezzo, ed erano già incominciati i primi lavori di costruzione, si poneva il 10 d’aprile del 1840 la prima pietra del ponte e viadutto

    Statuti delle aque e strade fatti nel 1345 per commandamento di Giovanni e Luchino Visconti leggesi a pag. 44 che «El borgo de Trezo con Salianese e con le cassine di Fra de la pieve de Pontirolo» erano tenuti alla manutenzione di braccia 7744 di strada.