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precipitoso discende, seminando l’alveo di ciottoli quasi tutti di granito, di gneiss e di serpentina. Sembra però che col volger degli anni la corrente corrodesse a poco a poco lo scoglio ed allargasse il letto del fiume in guisa da far sparire il più ampio ma più elevato bacino del lago preesistente, e delle cui antichissime sponde alcuni sottili indagatori pretendono di ravvisare ancora le traccie. Certo è che lungo la riva sinistra del fiume sorgono parecchi massi staccati, a simiglianza di mura che minacciano ruina. I ciottoli essendo riuniti talvolta da un cemento calcareo, formano una solida puddinga che viene scavata come pietra da costruzione, ed è conosciuta in Lombardia sotto il nome di ceppo.

Trezzo (poichè non v’ha nome che a caso sia stato imposto, e il conoscerne l’origine è anch’esso punto capitale di storia) deriva, a nostro avviso, dal celtico Trecc o Tracc che significa promontorio o luogo alto e fortificato1. Ricorda il lettore

  1. V. Bullet. Langue Celtique, a. v. — Crediamo abbastanza notorio che parecchi fiumi e luoghi dell’Italia settentrionale trovano un riscontro di omonimi in altri della Francia. La regione italica che presenta nomi celtici o gallici, estendesi al di qua dell’Apennino a tutta la valle del Po, e s’inoltra per una parte nel Veneto sin oltre il Tagliamento, e per l’altra al confine della già Gallia Cisalpina presso Rimini. Più abbasso ve n’ha alcuni sul litorale dell’Adriatico fino ad Ancona. Questo fatto si spiega, supponendo che tutti quei nomi siano posteriori all’invasione dei Galli condutti da Belloveso. Ma, partendo dalla Lunigiana e segnatamente dalla Magra e seguendo il versante occidentale dell’Apennino sin dove s’estende la Toscana, trovansi là pure in numero considerevole nomi di fiumi senza dubio gallici. Oltre cotesti sembrano essere d’origine celtica anche i nomi