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a S. M. un ragguaglio sullo stato attuale di tutte le piazze bisognose di fortificazioni, massime per il timore d’una invasione da parte del re di Sardegna. Da una tabella dell’artiglieria e delle munizioni da guerra serbate nelle piazze si raccoglie che nel nostro castello nell’ottobre di quell’anno trovavansi 1 mezza colubrina, 3 sagri1, 1 falconetto2, 2 cavrie3, 2 argani, 105 palle da quarto4, 130 da sagro, 141 da falconetto, 1016 da smerile5, 205 da moschetto, 11 da focile, 23 pani di piombo, 156 bauli di polvere, 3638 pietre da focile, 13 moschetti a cavalletto, 51 moschetti milanesi, 40 archibugi con serpa6, 6 focili con acciarino, 398 granate di ferro, 98 granate con spina di ottone7, ecc. Perciò S. M. ordinava il 4 di

    tro piani, di cui i primi tre perfettamente eguali nelle dimensioni, cioè a dire ciascuno di braccia 10 per 10 in superficie, e di 6 in altezza; il quarto piano sorreggeva il tetto.

  1. Sagro, artiglieria della portata da libre 8 a 10 di palla.
  2. Falconetto, artiglieria che traeva dalle 2 a 3 libre di palla.
  3. Capra, strumento usato nell’artiglieria per innalzare pesi, come incavalcare e scavalcare cannoni dalle loro casse.
  4. Intendi quarto cannone. È da sapersi che nell’artiglieria italiana, dal XVI al XVIII secolo, chiamavasi cannone una bocca da fuoco della portata da lib. 50 a 60 di ferro colato. Perciò dicendosi mezzo cannone e quarto cannone, s’intendava un pezzo che gittasse rispettivamente metà, od un quarto del peso della palla del cannone, ossia di libre 25 a 30, o di libre 12 a 15.
  5. Cioè smeriglio, artiglieria minuta che gittava palle di piombo con entro dado di ferro, o solamente palla di ferro di piccolo calibro.
  6. Cioè a miccia.
  7. Spina d’ottone detta anche tempo ed ora spoletta. È un ar-