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per duri trattamenti e malori, perdettero la vita. Il duca Vittorio alla sua volta imprigionò, oltre molti soldati di Francia che erano in Torino e nei dintorni, li ambasciatori francese e spagnuolo.

Aggiuntesi a far traboccare la bilancia in isvantaggio di Spagna le ripetute vittorie di Eugenio e Marlbouroug in Germania, li Imperiali ripresero animo, e il Pagani raddoppiò a Milano di attività ne’ suoi politici intrighi. Ciò per altro che lo compromise apertamente verso i Gallo-Ispani fu lo strano suo contegno in una seduta del senato, quando vi si posero in discussione li argumenti accampati da Filippo e Leopoldo a dimostrazione dei rispettivi diritti alla corona di Spagna. Qualche senatore lasciò trapelare opinioni non troppo contrarie all’Imperatore; il Pagani che sentiva tutta l’offesa della testè ricusatagli istallazione nella carica di Reggente del Consiglio d’Italia, dimentico di qualsiasi riguardo, sorse con veementi parole a sostenere la causa imperiale, dando luogo in quel grave consesso ad una scena non meno insolita che violenta. Era supponibile che Luigi XIV lasciasse impunito un senatore che, dopo ciò, osava altresì vantarsi d’aver reso muto il senato, impaurita la nobiltà, confuso il popolo? No certo; ed infatti egli spiccò tosto un ordine perchè il Pagani fosse tenuto fra quattro mura senza communicazione, con guardia a vista, fino a che si fosse fatta la pace, Volle il re che il carcere fosse lontano di Milano, e fuori anche di altra città, e però parve a pro-