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soli quelli del bollino e della macina forense, in feudo alla nobile Ippolita Fossana Cavenago colla successione ne’ suoi figli legitimi maschi e legitimati per matrimonio, e con ordine di primogenitura per il prezzo di L. 4000, ogni cento fuochi, e di L. 100 di capitale per ogni 3 di annua rendita. Di questi giorni Trezzo col suo territorio noverava 150 fuochi ossia capi di famiglia. I successori della Ippolita Cavenago furono il suo primogenito, il conte Ferrante, giureconsulto collegiate morto nel 1698, e i conti Cesare e Francesco, all’ultimo de’ quali sottentrò il fratello Ambrogio Gioachimo.
Volgendo il 1658 li Spagnuoli guerreggiavano contro la Francia, per la protezione che questa accordava ai ribelli del Portogallo e della Catalogna. Come il duca di Mantova si fu dichiarato neutrale, Francesco I di Modena si avviò per il Cremonese con intenzione di tentare il passo dell’Adda, e prender poi la via di Valenza per unirsi agli eserciti che scendevano di Francia. Considerando che la Republica Veneta continuava in pace col re di Spagna, e perciò era da presumere che non avrebbe dato il passo ai Francesi per assalire la parte superiore dell’Adda verso Cassano, i commandanti spagnuoli avevano guarnito il fiume fino a Cassano, e a Trezzo con sola milizia dei paese, più per evitare disordini, che per timore di assalti. Dopo tre giorni d’inutili sforzi, i Francesi con 500 fanti e 300 cavalli, attraversato il Cremasco e la Geradadda, s’appostarono rimpetto