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chiesto licenza di militare quindi innanzi in campagna e non serrato in fortezza. Il condiscendente duca trascelse allora per la custodia di Trezzo lo strenuo capitano Giovanni Ambrogio Boldoni detto Mariano, che il dì suddetto giurava nelle mani del supremo cancelliere quelli stessi capitoli alla cui osservanza si era prima obligato il Transtentorff.

Brevissima per altro fu la castellania del Boidoni. Già fin dal 4 di maggio il duca aveva eletto un nuovo castellano nella persona del conte Gerardo d’Arco, che venti giorni dopo prestava il suo giuramento nelle mani stesse del principe, ricevendo il consueto contrasegno.

Famoso è nei fasti della storia lombarda l’anno seguente (1525) per la cospirazione ordita dal Morene contro l’imperatore Carlo V. Prevalsa di que’ giorni la fortuna dei Cesarei, il Morone, mal soddisfatto dei frutti della loro vittoria e delle condizioni imposte al suo principe, volgeva del continuo in mente il pensiero di una rivincita. Tutto quello che si passò in tale occasione tra lo Sforza, il Pescara, il Morone e Carlo V, è attestato abbastanza per minuto da copiosi documenti già noti per le stampe, e dagli storici, tra cui primeggia il Ripamonti. Al nostro assunto basterà il dire che, il Pescara, dopo udita la confessione del Morone da lui fatto prigione in Novara il 14 di ottobre, richiese al duca alcune fortezze, la cui custodia voleva affidare agli imperiali. Lo Sforza allora privo di consiglio e d’ajuto, non avendo osato negare,