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   «Donna, ad Otton tu serbati!
Non io, no, l’abbandono:
135Muoio con lui; tu prostrati
E invoca il suo perdono».

   In quel furore indomito
Essa Michel(2) parea
Che dal punire è reduce
140Nel re la gente ebrea.

   L’altra nel suo silenzio
Non par terrena cosa;
È rassegnato un’angelo
Che sovra un’urna posa.






   145In Sant’Ambrogio(3) è posta il dì vegnente
Di re Lotario la terrena spoglia;
Sterile affetto la pietosa gente
A torme tragge sull’augusta soglia.
Del sonno eterno è pur colà dormente
150Rosilde bella; e ognuno al pianto invoglia
Morta veder la vergine gentile
Spuntato appena de’ suoi dì l’aprile.