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     Non più dubbiosa e timida,
110Di vergine regale
Deposto ancor l’orgoglio,
Ogni onta, ed ogni male

     Avrei sfidato impavida
Sol per serbarlo in vita:
115Tanto potea chi amavalo
Per te da lui schernita!

     Oh alfine è mio! tu scostati;
Mio lo facea la morte:
Ed or Veggente rendemi
120Per tuo rossor la sorte.

     No, non m’inganno!.. accendonsi
Le nuzïali tede...
A Otton la mano porgere(1)
Ti veggio ... egli ha tua fede.

     125Tu ascendi un’altro talamo...
Ah vanne!.. or tutto è mio:
Mi squarcia il vel de’ secoli
Per tuo rimorso Iddio!..»

     Nel vaticinio brillano
130Que’ rai d’ardor funesto;
Che qual baleno spegnesi...
E aggiunge in suon più mesto: