Pagina:Ferrari - Lotario, Lodi 1867.pdf/52

46


     E tu pensi, o diletta, ch’io mora
Or che il cielo beato mi vuol?
130Io morir! io morire in quest’ora
Che cancella una vita di duol?

     Or sei mia! Vieni al talamo, vieni!
Che contati gl’istanti mi son...
O speranza di giorni sereni!..
135Dammi, amore, l’estremo tuo don.

     No, morir non vogl’io; se mi lice
Un’istante serrarti al mio sen...
Vieni, o sposa...» Egli manca, infelice!
S’abbandona sul letto e vien men.

     140Ed il ciglio alla donna che plora
Dolcemente nel volto fissò;
Chiuse gli occhi, riaperseli ancora;
Le sorrise.., «Addio!» disse, e spirò.

     Sulla sponda del letto si atterra;
145Sull’estinto ella il volto chinò;
Più de’ mali non sente la guerra,
Collo sposo il suo spirto volò.

     Nel dolore avvi un’estasi ancora
Che per poco ne invola al dolor;
150Tal le avviene: coll’uomo che adora
Ora in cielo è quell’angiol d’amor.