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          E riverente ed umile
     Di lei prostrato al piede
     E fisso il guardo estatico
     Nel suo, la donna il vede;
     150Da forza irresistibile
     Sospinta allor sclamò:
     «Fuggiam, Lotario, affrettati!
     Compagna a te sarò!»

          A queste voci ei scuotesi;
     155Ch’è d’altra donna amante
     Ricorda; e fosco e torbido
     Già fatto nel sembiante
     Esclama: «E chi m’insidia?»
     — « Non chiederlo, o signor!
     160— Intesi! ah quel silenzio...
     — Non farmi a brani il cor.

          Ah fossi io pur dimentica
     Che suora e figlia io sono:
     Sia prezzo di mie lagrime,
     165Signor, l’altrui perdono!
     Vieni! gl’istanti fuggono... —
     — Non sai... — Che t’amo io so! —
     — Cielo!! tu m’ami? — Ah sappilo
     Se muori, io pur morrò!»