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     D’angoscie tante sfuggirmi il frutto
Or lascierommi? — Quel frutto è vil!
Fia del delitto compenso il lutto. —
— Pensiero indegno d’alma viril!

     65Già del mio scettro te a parte io volli;
Ma in me risiede, ben sai, l’imper:
Ora ai femminei pensieri e folli
Legge immutabile sia il mio voler!»

     Tal quel magnanimo turbato ei lascia
70Cui l’onta è strazio del genitor:
Però nol vince l’orrenda ambascia
Ma afforza il nobile natio vigor.






     Regna d’Ugon nella magione altera
L’oscura notte del silenzio amica;
75Ma non posa del re l’anima fera
Cui l’ira ognor del suo velen nutrica;
Come celato o come aperto ei fera,
E traditore il popol lui non dica,
Medita e libra; e il perfid’atto affretta
80Chè gli è del figlio la virtù sospetta.