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L’Elisabette, l’Anne, e Caterine
’An dimostrato che la donna è diva
Anche sul soglio! E per qual causa poi
Al prò d’ogni nazion non è chiamata?
     Se Camera donnil controrollasse
165Dell’ominil le sviste, e le delesse
Quando n’avvengon da brutal capriccio,
Qual sempre li Senati àn praticato,
Al culto verso del gran padre Iddio
L’ateo non mai àvrebbe posto guerra,
170Con dispiacenza unanime di tutti.
Non mai contro il Pastor del magno gregge
Il famelico lupo àvria gridato
Per saturar il natural bulimo
Li Pentei non mai àvrien deriso
175Le sagre liturgie, che sono i segni
Della riconoscenza verso il Nume,
Ch’ama cotanto i popoli suoi figli.
Gl’invasati da Satana non mai
’Avrian diffuso libri avvelenanti
180La mente el cuore della pura gente.
Non mai la malafede e l’empio inganno
’Avrien àvuto imper, avrien spogliato
Chi si guadagna il pan col suo sudore.
Non mai uditi si sarian clamori
185Unisoni di tutti, che frementi
S’innalzan, qual dal mar in ululato.
Non mai scempiagin si sarebbe vista