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gendo il lavoro partorito che, come una seconda Minerva, era nato dal mio capo.
Ma per chi questo subitaneo prodotto è stato egli concetto? L’ignoro! Parmi soltanto che sia stato un di quei rari fenomeni, che si dicon inesplicabili.
È vero che quell’invisibile Genio benefico, che mi à sempre assistito e dettato tutte le opere ch’ò scritto per il bene dell’umanità, sia stato desso il causatore anche di questo inanormale fenomeno: ma l’influsso che le altre à suggerito è venuto con pausa graduata, cosichè a comporre li ventotto libri della Politica c’impiegai il corso di un decennio, ed a scrivere le altre opere di fisica di morale d’archeologia e di parecchi rami dello scibile m’intrattenni per qualche mese per qualche settimana per qualche giorno; e per l’occupazione non interrotta di trè giorni diedi esistenza all’interessante poemetto L’Inferno il Paradiso el Purgatorio: ma non mai m’è accaduto che in quaranta minuti la mente, avesse concetto un embrion colossale; e si sia improvvisamente sgravata d’un parto, il concepimento di cui è stato impreveduto e momentano. Io ciò considero per uno de’ surnaturali prodigi.
Da tal avvenimento n’arguisco che la Divinità siasi servita del mio umile umano mezzo per imperscrutabile fine, e per ridonare al mondo agitato dai filosofi perver-