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un'idea di ermes torranza 81

vulse. Vi trovò uno scritto e una fotografia. Ravvisò tosto la barba bianca, l’abito nero, il fiore all’occhiello; lui insomma, Ermes Torranza.

Sentiva di dover leggere subito, non ci vedeva, non sapeva che si facesse, andava per la camera con la lettera in mano cercando a tastoni una candela che non v’era. Abbrancò un cerino sul suo tavolino da notte e l’accese. La fiammella mise un picciol lume sul legno lucido e sul crocefisso di bronzo, un gran buio nella camera. Bianca s’inginocchiò, macchinalmente, e lesse, sempre ginocchioni, lo scritto che segue:

Padova, 26 ottobre 1879.

«Cara, non si turbi, non si sgomenti; legga questa lettera come io la scrivo, con la tranquillità più serena. Non è niente; il vecchio codino Torranza,

Fedele 6