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fedele 41


La povera signora, sopraffatta, giunse le mani.

— Dio, questo no! — diss’ella.

Non potrei raccontar bene ciò che seguì in quel punto. Forse nessuno lo potrebbe. So che lo Zuane gridò, che accorse gente, che vi fu un tafferuglio, che il cieco fu condotto via, che la Fedele mi scongiurò di accompagnarla fuori subito subito, all’aria, alla solitudine.

La tormenta non soffiava più, ma il freddo era pungente. La guglia del Piz Vogel fumava ancora di neve. Ci avviammo in silenzio dall’altra parte, verso la luna e l’orizzonte basso, largo, tutto dentellato, fra due grandi montagne argentee, di punte nere d’abeti. Di là dalla villetta dell’ingegnere C. faceva meno freddo; la mia compagna rallentò il passo.