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fedele 33


Guardai involontariamente i Prina e i Trézel, dei cui bisbigli, dei cui sorrisi ironici m’ero bene accorto. Non sorridevano più. Gli occhi miei, tornando lentamente al piano, incontrarono a caso il volto del cieco, mentre la dolce voce saliva con un fremito di passione alle parole:

Se a te giunge il mio pregar
Non mi punisca il tuo rigor.

Lo Zuane porgeva il viso accigliato verso la musica, ascoltando a bocca semiaperta. A un tratto lo vidi piegarsi a destra, susurrar qualche cosa a un vicino che gli rispose guardando la Fedele, come se gli parlasse di lei. Ella cantava allora con uno straziante spasimo nella voce:

Ah non fia mai che nell’inferno
Io sia dannata al fuoco eterno.