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che s’inganni. Credo che sia una compagna, una signorina.

Ella appoggiò la fronte alle invetriate, come per veder meglio; in fatto per non esser veduta in viso da me; e ricominciò a parlar con voce più sommessa di prima, più rotta dall’emozione.

— Sono qui senz’amici — diss’ella — senza nessuno, e posso aver tanto bisogno di un’anima buona. Penserà male di me, Lei, adesso? No, sa, non pensi male. So che Lei non mi giudica come gli altri. E poi m’hanno detto che ha famiglia. E per questo!

Parlava così accorata!

— Si calmi, signora — risposi. — Se posso qualche cosa...

La gente tornava allora correndo, schiamazzando, allegra e intirizzita, dallo spettacolo della neve, e il generale mi cercava con gli occhi per finire la par-