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pereat rochus 293

cora, quella roba. Il suo cervello non capisce ancora niente ma il cuore comincia a capire e batte più forte di prima. Egli si prende il mento e le guancie con la sinistra, stringe, stringe, cerca spremersi fuori il dove, il come, il quando. Ed ecco che gli occhi suoi fermi sulla parete si accorgono finalmente di qualche cosa che il giorno prima non v’era. Vi stava scritto col carbone, a destra: «Tanti saluti». E a sinistra:

«Buono il vino
«Buona la serva
«Buono il gabano
«E buono don Rocho».

Lesse, si recò la mano alla nuca, rilesse, gli parve di smarrir la vista, sentì un freddo, un torpore diffonderglisi dal petto a tutta la persona. Qualcuno gridò