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pereat rochus 235


tingeva un poco di grigio le idee malgrado la sua proverbiale trascuratezza di ogni interesse mondano. Quel buco nella tasca, quella goccia continua gli dava pensiero. Non sarebbe stato meglio fare elemosina?

«C’è di buono» pensava «che mi secco e tutti mi strapazzano. Non giuoco mica per piacere».

Ecco a sinistra della via uno scuro d’alberi, un ascender lento di questa oscurità informe a tre grandi cipressi ineguali, neri sul cielo. Là tra i vecchi cipressi posa la romita chiesetta di San Luca e, addossato a lei, un piccolo convento, vuoto da cento anni. Il breve poggetto inghirlandato di viti non porta altre case. Nè dal convento nè dal prato che regge la chiesetta vegliata dai cipressi si scorge la via maestra, ma solo altri poggi gai di vigneti, di ville e case