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una goccia di rhum 213


— Permette?

Allora ella mi guardò con quel suo sguardo divino di una volta, ma non fè’ cenno nè disse parola. Posai il ramoscello; mi sentivo morire.

Mi fermai, prima d’uscire, sulla soglia e mi voltai per un tacito saluto. Elena susurrò senza muoversi:

— Lei mi farà migliore e mi amerà più nel suo libro che viva.

Il domestico entrò ad avvertire che c’era la mia carrozza, ma che pioveva molto.

— La prego — mi disse Elena sorridendo, come per nascondere a colui la nostra emozione — un’altra goccia di rhum.

Mi accostai al tavolo barcollando come un ebbro, mentre il domestico usciva. La boccia di cristallo era vôta. Nei miei trasporti di prima le avevo fatto un’in-