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una goccia di rhum 207


riso ed un gesto. Mi accennò di spegnere e disse:

— Devo parlarvi.

Non mi sorprese che adoperasse il voi invece del tu; qualche volta diceva anche lei, ed ero avvezzo a queste bizzarrie; ma mi fece paura l’accento. Non parlò subito; vôlta alle grandi invetriate che chiudon la loggia da ponente, guardava giù nella scura notte piovosa i lumi di Firenze, stringendo una fronda del colossale rhododendron, tutto fiori sanguigni sopra il suo capo.

Il thè era pronto. Lo versai nella tazza d’Elena e, ricacciandomi l’angoscia in gola, le feci con la solita voce la solita domanda:

— Latte o rhum?

Mi si permetta di non dire perchè Elena non voleva che io le domandassi mai espressamente di rimanere con lei