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eden anto 169


— È andato via, quel cane? — diss’ella aprendo. Vide Marcòn, strillò e fuggì tanto in furia che costui, quand’ebbe finito di girar verso lei la sua mole, il suo faccione sorridente, non la vide più.

Rimase lì un poco a considerar l’uscio, e poi si alzò, fece pian piano il giro dello scrittoio, guardò che cosa diavolo stesse scrivendo quell’imbecille di Vasco.

In capo al gran foglio di carta turchina si leggeva:


ultimo desiderio


Seguivano alcune righe tagliate da due gran tratti di penna in croce.

«Condotto in questa mia cadente vecchiaia a dolorose strettezze, non valendo l’indebolito mio spirito a sopportar l’aspettazione angosciosa di tale miseria che neppur soffra un sottilissimo velo di