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il fiasco del maestro chieco | 147 |
e i signori che il maestro non cavaliere Chieco stava per partire e avrebbe degnato dar loro un saluto.
Si udirono presto dei passi rapidi, delle grida, delle esclamazioni, il carro fu attorniato di gente che lo voleva prender d’assalto per tirar giù a forza il maestro. Ma questi cacciò tali improperi napoletani e lombardi da fare scappar le signore e star quieti gli uomini.
— Adesso — diss’egli — o straccioni, vi saluto. Se volete poi sapere perchè ne ho abbastanza di voi, ecco qua.
Trasse il suo magico violoncello, incominciò la melodia dolcissima, appassionata ch’è del duetto nel secondo atto della Tempesta, la troncò subito con quattro raschiate buffonesche, ripose lo strumento e gridò — avanti! — I buoi si mossero, le ruote stridettero, gli uomini salutarono con la voce e il cappello, le