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il fiasco del maestro chieco 139

girare a tutta forza quella vecchia carcassa e la misi con quattro colpi di remo alla corsa.

Si tagliava dritto all’altra sponda, quando la dama, che non aveva ancora aperto bocca, mi disse:

— Fate il giro del castello.

Dio mio, che dolce voce era questa? N’ebbi tronchi, per un momento, il moto, il respiro, il pensiero; era la voce sua. Appena potei, ripresi a remare a caso, immaginando febbrilmente ch’ella sapesse, che non sapesse, non osando volgere il capo, sentendo che era un momento supremo.

Ella ripetè: — fate il giro del castello! — con una leggera impazienza, stavolta. No, no, non poteva saper niente, Chieco l’aveva ingannata come me. Obbedii; piegammo verso lo scoglio del castello, incendiato in giro dal bengala. Qualcuno