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138 il fiasco del maestro chieco

e le fiaccole tornarono. Udii il fischio di Chieco. Voleva dire che la signora c’era e che mi tenessi pronto.

Ero uscito dal canotto e mi preparavo un’attitudine ossequiosa di barcaiuolo che aspetta, quando comparve Chieco tenendo a braccetto la dama avviluppata in uno scialle bianco.

— Entra, entra tu! — mi gridò il maestro. — E a posto! La signora siede a prua e al canotto gli do una spinta io. — Presto! — soggiunse, parlando a lei. — Facciamo presto, altrimenti ci prendono!

Infatti si gridava dietro a loro: Chieco! Chieco! anche noi! Dove siete, Chieco?

Entrai nel canotto, sedetti sul banco di mezzo voltando le spalle alla prua, e impugnai i remi. In un baleno la signora balzò dentro, il canotto fregò, saltando indietro, la sabbia. — Presto, presto! — ripeteva Chieco. — Gira, gira! — Feci