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136 il fiasco del maestro chieco

delle torcie a vento, li schierò in colonna, vi collocò in mezzo i due violinisti, e, salito sull’asino di casa Purgher si pose a capo di una bizzarra marcia alle fiaccole, in omaggio a quelli di Comano che dovevano trovarsi al Ponte delle Sarche dopo le nove. I violini stridevano, Chieco zufolava, i portafiaccole facevano un chiasso d’inferno, il terzo musicista tirava razzi dal nero culmine del castello, sul monte Cavedine sorgeva un fantasma velato di luna. Io m’imbarcai per una corsa di prova. Il canotto era un vecchio arnese pesante, troppo alto di sponde, fatto per i flutti e le collere, fluctibus et fremitu, del Garda, ben diverso dalla elegante barca inglese che il maestro aveva a Fiumelatte; ma stava a galla, e io non desiderava di più. Approdai subito al luogo indicatomi da Chieco e vi attesi che le fiaccole e i cla-