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130 | il fiasco del maestro chieco |
tata, di udire un altro Ariele, altre voci confuse di spiriti. Possibile che la sera prima, a quell’ora, io stessi pranzando in Galleria Vittorio Emanuele? Mi pareva un sogno, mi sentiva una vaga commozione, una inquietudine inesplicabile.
V.
Il mattino dopo l’amico mio se n’andò a Cornano per tempo. Io vagai lungo il lago, e prese le zette dell’Imarò che fiancheggiano i precipizi in fondo a cui si rigira, per un bagliore di ghiaie, la Sarca verde, giunsi a veder là di fronte, fra montagna e montagna, un cocuzzolo bianco, il ghiacciaio della Tosa. A colazione ebbi con la signora Purgher un