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110 il fiasco del maestro chieco

piacenza, quella sua lieve allusione a un passato di cui ero geloso. Il cuore aveva poi date parole acerbe che fecero stupore e offesa; l’amor proprio era entrato subito in mezzo, come naturale nemico di quell’altro amore, a reprimere ogni slancio generoso delle anime; e così, reciso dalla piccola spina un legame che pareva eterno, io non avevo più sposata donna Antonietta, la giovane vedova del tenente colonnello D’Embra di Challant.

Quando chiusi sospirando il vecchio quaderno, m’accorsi d’una lettera col francobollo austriaco, che mi avean gittata sulla scrivania senz’avvertirmene, al solito.

Era quel matto del maestro Lazzaro Chieco, il famoso violoncellista e compositore, che mi scriveva così: