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favole per i re d’oggi | 91 |
XLVII.
Nelle mie budella, infestate per avventura dai bachi, discese un gran purgante noto per la sua facondia, e levò subito a gran romore tutto quel mondo pacifico e laborioso.
Il purgante gridò: — Sollevate le vostre teste pallidi lavoratori! Di fuori è l’alba del vostro giorno! Lasciate le dure fatiche delle tenebre! A che vi servono i vostri misconosciuti eroismi? Io vi offro la luce e la libertà sconfinata!
Ma i bachi, per natura poco propensi alle grandi idee, rispondevano: — Signor purgante, creda che stiamo benissimo qui, e non abbiamo nessuna voglia di muoverci!...
Non l’avessero mai detto! Il purgante diventò una furia; e investendoli e trascinandoli giù, gridò: — Bestie, indegne di udire la gran voce dell’avvenire! Sozzi ricettacoli di putridume! per amore o per forza vi converrà venir meco; vi converrà, sia pure per poco, mostrare la faccia moribonda al Sole, redenti dalla mia parola!
E così fu, come il purgante volle.