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favole per i re d’oggi 5






«Un giorno la Verità, nuda così, com’è solita andare pe’ ’l mondo, si presentò al trono di un re. Appena si seppe chi era e quel che voleva dire, subito le piovvero addosso mille villanie, e il re, più inviperito di tutti, ordinò alle guardie che cacciassero incontanente quella spudorata dal suo palazzo.

Allora la Verità andò in cerca della Fantasia.

Come l’ebbe trovata, da lei si fece prestare una bella veste tessuta d’oro e stellata di gemme: e così vestita ritornò alla Corte di quel re, e mescolando sorrisi a parole, disse quello che voleva dire, e il re l’ascoltò, questa volta, serenamente. Anzi in poco tempo sgombrò la Corte d’una buona quantità di scrocconi e volle cercar da sè le piaghe del suo regno, e fu benedetto dal popolo e il nome suo andò glorioso per la Terra».

Così il favolista russo Ismailow, in una graziosa favoletta, spiega l’origine e le ragioni della Favola. Nè meglio si potrebbe.

Ma tu credi che questo possa ancora essere il compito della Favola?! — griderà spalancando gli occhi inorriditi chi mi legge. — E con questa fede hai scritto le tue favole?!... Fu pensi che i re de’ nostri