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parte prima. 75

miglior volere del mondo, io sento già esaurita la contentezza del mio petto. Ah, perchè dee così tosto inaridirsene la fonte, prima che sia pur mitigata la nostra sete? Quante volte ho già sperimentalo il medesimo! E non pertanto questo difetto non è senzacompenso, poichè, delusi dalle cose caduche, noi leviamo la mente alle eterne, e sentiamo bisogno della rivelazione, la quale in niuna cosa splende così bella e mirabile come nelle carte del Nuovo Testamento. Mi prende desiderio di aprire il testo, e con retto animo tradurre il santo originale nel mio dolce tedesco. (Apre il volume e si dispone a ciò.)

Egli sta scritto: «Nel principio era la parola.» Ecco io sono già impacciato! E chi m’aiuterà ad uscirne? No, io non posso stimare sì alto la parola; e se lo Spirito degna illuminarmi, mi bisogna tradurre diversamente. Sta scritto: «Nel principio era la mente.» Bada bene al primo verso, deh, che la tua penna non precipiti! può egli la mente tutto produrre, e informare? Forse starà meglio così: «Nel principio era la possanza.» Ed ecco por nell’alto ch’io scrivo questo, io mi sento da non so che avvertire che non devo contentarmene. Or sì il cielo mi aiuta da vero! lo prendo pur una volta consiglio, e animosamente scrivo: «Nel principio era l’alto.»

Barbone! se io devo ricoverarti nella mia stanza, cessa oramai di ululare, cessa di abbaiare. Io non so patire intorno a me un tanto scompiglio; e l’uno di noi due ha da sgombrare la cella. Di mal cuore vengo al partito di violare la ragione dell’ospizio: la porta è aperta, e sei libero di andartene. Ma è che veggio? Son tali cose possibili in natura? È