E disse: Questi è snello!
Vien tu pur mo del monte che si soffi?
A me simil donzelli paion goffi.
Oh, oh! ah, ah!
Lírala tárala
Tirala là!
Non esser de’ begli usi sì novello.
Faceasi un grande dimenarsi intanto;
A destra si ballava,
Ballavasi a mancina e da ogni canto;
E di man si giocava, e ne volava
All’aria ogni guarnello.
Soffiavan forte, al viso avean gli ardori,
E provavan di strani pizzicori.
Oh, oh! ah, ah!
Lírala tárala
Tírala là!
E la tenea per l’ànche il cattivello.
Vergogna! via le mani a casa! O quanti,
Oimė, già infinocchiate
Hanno e diserte le credule amanti!
Con parolette amorose e melate
Ei la traea bel bello
In disparte, e già udivan di lontano
Sottesso il tiglio fervere il baccano.
Oh, oh! ah, ah!
Lírala tárala
Tirala lå!
E gli strilli e il segar del violoncello.