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66 | fausto. |
è veramente il paradiso del popolo; qui poveri e ricchi giubilano amicamente insieme; e qui io son uomo, qui godo di esser uomo.
Vagner. L’andare a spasso con voi, signor dottore, torna ad onore e a profitto; ma in vero io non mi terrei di mescermi da me solo fra simil torba, stante che io sono nemico capitale di tutto ciò che tiene del ruvido e del popolesco. Quel segare de’ violini, quello schiamazzare, quel dar ne’ birilli mi squarciano fieramente gli orecchi. Costoro tempestano come se gl’invasasse il demonio, e s’immaginano di cantare e darsi buon tempo.
CONTADINI sotto il tiglio. — Balli e canti.
Il pastorel pel ballo si fe adorno;
La ghirlanda dei fiori
Ei mise al capo, e la nastriera attorno,
E il giubboncel screziato a più colori:
O, come egli era bello!
Già sotto il tiglio era gran ragunata,
E ballavano tutti all’impazzata.
Oh, oh! ah, ah!
Lirala tárala
Tirala là!
Ed allegro strideva il violoncello.
Ei si caccià nel circolo a gran fretta,
E del gomito colse
Ruvidamente in una foroselta,
Che subito stizzita gli si volse,