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58 fausto.

per gli occhi? Perchè subitamente si sparge intorno a me un amabile sereno, simile a raggio di luna che alita intorno al pellegrino smarrito per la foresta?

Salve, oh, salve tu sola, o ampolla! Devotamente io ti levo di lassú, e ammiro in te il senno e l’arte degli uomini. Essenza che infondi soave sopore; compendio di tutte le forze che delicatamente uccidono, vieni ora in soccorso del tuo signore. Io li guardo, e il mio dolore si disasprisce; ti stringo, e il procelloso fremito della morte a poco a poco si acqueta. Io mi veggo di lunge far cenno di mettermi per l’alto mare; il puro cristallo delle sue acque fiammeggia a’ miei piedi, e un nuovo giorno mi alletta a cercare nuove rive.

Un carro di fuoco cala su ali leggiere verso di me. Ecco io mi apparecchio a solcare l’etere immenso, a levarmi per incognite vie verso nuove sfere, verso regioni di attività infaticabile. Ma tu — tu che pur dianzi eri un verme, — meriti tu d’esser fatto uno de’ beati ed eterni? Sì, purchè tu volga risolutamente le spalle a questo amabile sole della terra, purchè tu osi squarciare quelle porte, dalle quali ognuno vorrebbe furtivamente ritrarsi. Giunta è stagione da mostrare coi fatti che la dignità dell’uomo non cede alla grandezza degli Dei. Non tremare dinanzi a quell’oscuro baratro, sol pieno dei tormenti da noi in nostro danno fantasticati; va franco verso quell’andito, dalla cui bocca sgorgano le fiamme dell’inferno; risolviti con animo sereno al passo tremendo, ancorchè fosse con pericolo di dissiparti nel nulla.