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zione calano di cielo in terra, e tutte penetrano e armoniosamente risuonano per entro il tutto!

Che spettacolo! Ma, oimė, non altro che uno spettacolo! Dove mi spererò io di raggiugnerti, infinita natura? dove cercherò voi sue mamme? Ubertose fontane di ogni vita, a voi il cielo e la terra stanno sospesi, come due lattanti; e a voi ingordamente anela l’esausto mio petto. Voi scaturite, voi innaffiate, ed io arderò sempre di sete indarno? (Volge dispettosamente il libro, e mira il segno dello Spirito della terra.)

Che diversi effetti opera in me questo segno! Spirito della terra, tu mi sei più da presso; e già sento ampliarsi le mie forze; già ardo dentro come per vino recente. Mi sento l’ardire di cimentarmi col mondo, di sostenere le gioie e gli affanni che vengono dalla terra; di contrastare alle procelle e di non atterrirmi nello scroscio del naufragio. — Egli si annuvola sopra di me, — la luna impallidisce e si vela, – la lampa vien meno! Sileva un tetro vapore, rubicondi raggi tremolano intorno al mio capo; e mi piove giù dall’alto non so che ribrezzo che scuole tutte le mie ossa. Ben sento che tu ti aggiri intorno a me, Spirito supplicato! Su, su, rivèlati! — Ahi, che strazio si fa del mio cuore! e che novità di affetti travolge tutti i miei sensi! Ecco, l’anima mia si abbandona pienamente a te. Uscirai! uscirai! avesse a costarmi la vita. (Piglia il libro e pronuncia le misteriose parole del segno dello Spirito. Sorge una fiamma rossiccia, e lo Spirito apparisce nella fiamma.)

Lo Spirito. Chi mi chiama?