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E però io mi sono gettato nella magía, per tentare se mai gli Spiriti volessero di lor bocca rivelarmi alcuni segreti, tal ch’io cessassi una volta questa angoscia d’insegnare quello ch’io non so; conoscessi pur una volta ciò che più intimamente feconda e tiene insieme questo universo, le operose sue forze, e le sementi di tutte le cose, e non facessi più un vergognoso mercato di parole.

Oh, fosse questa l’ultima volta, o Luna, che tu guardi sopra di me travagliato! Quante volte dinanzi a questo leggio io ho vegliato tardi nella notte aspettandoli; e tu, mesta amica, sei pur sempre apparsa a me su libri e su carte! Oh, potessi in sulle cime dei monti aggirarmi per entro la tua amabile luce, starmi sospeso cogli Spiriti in sui burroni, divagarmi, avvolto da’ luoi taciti albóri, suiprati, e, sgombro di tutte le vanità della scienza, bagnarmi e rinfrancarmi nella tua rugiada!

Misero! e starommi ancora confitto in questo carcere? in questa maladetta fetida tana, dove anche il dolce lume del giorno penetra torvo e interrotto per le colorate vetriere; vallato da questo monte di volumi, che i vermi rodono e copre la polvere; da questa carta affumicata, stipata fin su sotto la volta; con vasi ed ampolle intorno assettale, e stromenti accatastati, e masserizie de’ miei avoli qui dentro calcate! — E questo è il tuo mondo! questo a te pare un mondo!

E domanderai tu ancora perchè hai sempre il cuore così gramo e atterrito nel petto? perchè un oscuro dolore si è impossessato di te, e ti intorpidisce dentro il soave senso della vita? In vece della