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paralipomeni | 527 |
Che va di piano in pian, di balza in balza;
Ed un torrente altro torrente incalza.
(La testa è mozza; il sangue sgorga e spegne il fuoco. Notte. Schiamazzi. Cicalio di gozzuti. Fausto nota ogni cosa.)
Fausto, Mefistofele. A schermirci dalla faliggine delle streghe, facciamo vela verso il mezzodi. Ma ti prevengo che avrai a trovarti colà fra’ curati e gli scorpioni.
Soave brezzolina, spira a noi dinanzi, vieni a batterci in viso, tu che ne ricreasti sugli ameni sentieri di giovinezza!
STRADA MAESTRA.
Una croce lungo la via; a dritta sul poggio, castello mezzo diroccato; in lontananza capanna rustica.
Fausto. Che novità, Mefisto? quanta fretta! E perchè abbassi tu gli occhi in faccia a codesta croce?
Mefistofele. So bene che gli è un pregiudizio; ma ti sia detto una fiata per mille, la mi dà ai nervi. Nessuno dè’ scandagliare la mia coscienza; ad ogni poco io sento vergogna della mia razza. Gli uomini, tutta volta che han detto diavolo, si stimano d’aver proferito una voce che significhi qualche cosa.