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524 fausto.

      Della vita — immortal la traccia oscura?
        Deh! chi mi svela
      Di natura — l’abisso ove si cela?

Mefistofele, ad una Giovinetta.

        Perchè piangi? che hai, bocchin di mèle?
      Non han quivi che far ululi e pianti;
      V’è chi ti spinga e prema e schiacci e schianti.

La Giovinetta.

              Oh! mio martir crudele!
        Era dianzi un incanto
      Il signore ascoltar che dicea d’oro
      E di.... era dolce, e dolce tanto!
      Ma la è cosa da grandi, ahi! sol da loro.

Mefistofele.

        Non pianger, mia carina, e se ti preme
      Di saper ciò che diavolo s’intenda
      Per. . . . . . . . . . . . . . . . . . .
      . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Satanno, di fronte.

        O figliuole, che cerchio mi fate,
      Proprio al mezzo del mondo voi state.
      Tutte a tondo, figliuole, salvete,
      Che da lunge o da presso traete,
      Cavalcando le dure granate,
      Voi gentili nel dì vi mostrate.
      . . . . . . . . . . . . . . . . . .
      . . . . . . . .così quante siete
      Fide al compito vostro sarete!