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paralipomeni 523

Una Voce.

        Che va dicendo il nostro augusto sire?
      Un po’ troppo son lunge, e intero intero
      Il magnifico suo discorso udire
      Non emmi riuscito, a dire il vero.
      Anzi, non motto pur valsi a carpire
      Di quell’aureo parlar; però dispero
      Che all’occhio errante mio svelinsi altronde
      Di natura le vie cupe, profonde.

Satanno, volgendosi a sinistra.

               Due cose splendide
             Inapprezzabili
             Ecco io vi do:
             L’oro che luccica
             . . . . . . . . . . . . .
             Ognun però
          D’oro la donna sua faccia contenta.
             . . . . . . . . . .
             . . . . . . . . . . . . .

Coro. Bocconi in sul terren, col vel sugli occhi,

      Ci stiamo appiè dell’idolo sovrano!
      Oh! beato cui tocchi
      Stargli da presso, e per gli orecchi intenti
      Bearsi al suon di que’ sublimi accenti!

Una Voce.

        Son lunge, oh mio tormento!
      E ho bel fare e bel dir l’orecchio a tendere;
      Con tutto ch’io mi sto sospeso, intento,
      Ben poco io valgo a intendere.
      Di tante meraviglie ch’io perdei
      Trovar chi m’informasse ove potrei?
        Deh! chi m’addita